Il Social Freezing può essere una soluzione per tutte quelle donne che non possono avere un figlio o che decidono di averlo più avanti negli anni. ma cos’è esattamente?
Social freezing e natalità ridotta
Con il passare degli anni in Europa e soprattutto in Italia il tasso di natalità si è di molto ridotto. Nel 2019 è stato di 1,53 figli per donna. Inoltre si sta alzando rapidamente l’età media in cui le donne europee e soprattutto italiane, hanno il primo figlio: i dati del 2020 ci dicono a 31.4 anni.
Il più alto livello di scolarità, l’immissione in modo più massiccio delle donne nel mondo del lavoro, spesso con ruoli che prevedono una possibilità di carriera e anche i cambiamenti nelle relazioni di coppia, portano a programmare la gravidanza sempre più tardi.
Fertilità prolungata
Se però le migliori condizioni economiche e sociali portano verso una giovinezza prolungata, nulla è possibile fare dal punto di visto della fertilità. Quando il patrimonio ovocitario (cioè i follicoli che restano e che possono permettere di concepire) si riduce in termini quantitativi e peggiora in termini qualitativi, nemmeno le tecniche di procreazione medico assistita (PMA) possono permettere di ottenere una gravidanza. Il tasso di successo infatti dipende comunque dall’età della donna e dal suo patrimonio follicolare.
Se questa valutazione vale per il sesso femminile – in cui sappiamo che la fertilità raggiunge il suo picco massimo tra 20 e 30 anni, è ancora buona tra i 30 e 35, ma si deteriora rapidamente tra i 35 e 40 – riguarda anche l’uomo. In cui, con l’età, anche se in modo più graduale, vi è comunque una ridotta capacità di produzione di spermatozoi in grado di arrivare al concepimento.
La crioconservazione degli ovociti
Nata come tecnica per preservare la fertilità in quelle persone che per motivi di salute – in primis un cancro e le relative terapie o una chirurgia – avrebbero perso la capacità riproduttiva, la crioconservazione degli ovociti in assenza di indicazioni mediche sta invece diventando una tecnica che sempre più donne richiedono, in quanto consente loro di preservare la possibilità di avere figli propri in un’epoca posticipata allargando la finestra della opportunità di diventare genitori.
Congelare gli ovociti: come funziona?
In questo caso la possibilità di successo della tecnica riproduttiva dipende dall’età in cui è avvenuto il congelamento ovocitario e non dall’età attuale. Se si utilizzano ovociti congelati a 30 anni per una donna che al momento ne ha 40, la sua probabilità di ottenere una gravidanza è praticamente la stessa che aveva a quell’età. Si sta facendo sempre più presente nella mente delle donne che se vogliono posticipare il progetto di gravidanza possono conservare degli ovociti “giovani“, congelarli ed utilizzarli dopo alcuni anni, da qui il nome “Social Freezing”.
Social Freezing: quanto costa?
Le cause del rimandare una gravidanza possono essere diverse: da alcune ricerche condotte sembra che la principale sia la mancanza di un partner con cui poter condividere un progetto di genitorialità, subito dopo il non sincronismo tra impegno lavorativo e prospettiva di carriera e la ricerca della gravidanza.
Se giustamente il SSN si accolla i costi per la procedura nei pazienti che lo fanno per ragioni mediche, al momento il social freezing è invece a carico della paziente per tutte quelle donne che lo vogliono fare solo per posticipare la gravidanza e si aggirano in Italia tra 4000 -8000 euro.
Dove e come si fa?
La tecnica prevede prima un colloquio attento a valutare motivazioni e stato di salute in un centro che si occupa di PMA, l’esecuzione di alcuni esami che permettono di escludere infezioni o altre patologie che controindicherebbero la procedura e soprattutto alcuni esami ormonali che invece sono fondamentali per valutare la riserva ovarica.
La riserva degli ovuli
Se questa è buona e fa prevedere la possibilità di una raccolta ovocitaria adeguata, si procede alla induzione di una superovulazione, attraverso l’uso di alcuni farmaci che producono una ovulazione multipla e poi attraverso una procedura effettuata in regime di day-hospital con anestesia, si procede al prelievo degli ovociti. Questi vengono poi congelati in modo da poter essere scongelati ed utilizzati in seguito.
Qual è l’età migliore per il Social Freezing?
Per quanto la procedura sia abbastanza semplice e rapida comporta minimi rischi di complicanze, legate soprattutto alla terapia per la induzione della ovulazione e al prelievo ovocitario e soprattutto per quanto, molto migliorate negli ultimi anni le tecniche di crioconservazione, non è detto che una volta scongelati gli ovociti siano adeguati per la fertilizzazione e comunque la possibilità per ciclo di scongelamento si aggira intorno al 18%. Per questo è fondamentale che il numero di ovociti conservato sia adeguato e che quindi al momento del prelievo la riserva ovarica sia soddisfacente. Questo fa si che l ‘età migliore per effettuare la crioconservazione sia inferiore ai 35 anni.
Una corretta informazione
Dei limiti dovrebbero anche essere considerati per quanto riguarda l’utilizzo e la fecondazione degli ovociti conservati perchè è importante considerare che una gravidanza in età più avanzata comporta comunque un maggior rischio di complicanze ed un maggior numero di feti con anomalie. Dal punto di vista etico e morale fino a che età è giusto ed adeguato per la mamma e per il bambino (che si ritroverà con genitori sempre più anziani) diventare tali?
Ancora manca una precisa regolamentazione a riguardo e a fronte di numerose questioni di carattere etico e sociale è, per ora, molto importante informare tutte le donne della possibilità di farlo ma anche sei suoi limiti, rischi e costi.
Potete chiedere maggiori informazioni ai medici dello Studio Medico Rapha.