La vulvodinia è una condizione medica che coinvolge i genitali esterni femminili, in particolare la vulva, e i tessuti circostanti l’ingresso della vagina. Provoca dolore e altri disturbi fisici, influenzando significativamente la qualità della vita delle donne. L’impatto è particolarmente rilevante nell’intimità di coppia, portando spesso a disagio, ansia e frustrazione. Questo può avere effetti negativi sull’autostima, riducendo il desiderio sessuale e causando un distanziamento emotivo dal partner.
Perché è una patologia sottostimata?
La vulvodinia è spesso sottovalutata, principalmente a causa della difficoltà delle donne nel parlare dei sintomi per vergogna o paura di essere giudicate. Inoltre, molti medici non riescono a diagnosticarla correttamente. Fino a poco tempo fa, veniva diagnosticata tardivamente e trascurata per anni, considerata erroneamente come una malattia “invisibile” o “psicosomatica”. Tuttavia, la vulvodinia ha basi biologiche solide e richiede un adeguato protocollo terapeutico per essere gestita efficacemente.
Quali sono i sintomi della vulvodinia?
I sintomi principali della vulvodinia includono:
- Ipersensibilizzazione del tessuto vestibolare: dolore spontaneo o fastidio al contatto del vestibolo vaginale.
- Manifestazione eritematosa: rossore localizzato in punti specifici della vulva, soprattutto al vestibolo la zona di ingresso della vagina
- Dolore durante i rapporti sessuali.
Altri sintomi possono comprendere bruciore, sensazione di abrasione o irritazione, sensazione di “punture di spillo”, secchezza, gonfiore della vulva, sintomi vescicali come disuria, cistite post-coitale e cistite interstiziale, endometriosi, sindrome del colon irritabile, fibromialgia e cefalea.
Se non diagnosticata e trattata adeguatamente, la vulvodinia può cronicizzarsi, causando dolore persistente che compromette la vita quotidiana e l’intimità di coppia. Può portare a una riduzione dell’autostima, del desiderio sessuale, secchezza vaginale e difficoltà a raggiungere l’orgasmo.
Come viene diagnosticata la vulvodinia?
La diagnosi di vulvodinia è di tipo differenziale, poiché i dolori vulvari possono essere associati a varie patologie, come infezioni o problemi neurologici. Lo specialista deve escludere altri disturbi, distinguendo la vulvodinia dal vaginismo, che provoca un’eccessiva contrazione della muscolatura del pavimento pelvico. Durante la diagnosi, la paziente deve descrivere la tipologia di dolore percepito, se è generalizzato o localizzato, e se si manifesta spontaneamente o in determinate situazioni.
Lo specialista effettuerà il Q-tip test, toccando alcuni punti specifici della vulva con un cotton-fioc. Se la paziente avverte dolore al tocco, è probabile che si tratti di vulvodinia.
Come combattere la vulvodinia?
La vulvodinia non si risolve naturalmente e compromette sensibilmente la qualità della vita della paziente. Il trattamento richiede un team multidisciplinare di specialisti, utilizzando anestetici locali e farmaci per modulare la sensazione dolorosa. Spesso sono necessarie infiltrazioni di anestetici o antinfiammatori, che alleviano il dolore ma possono causare disagi psicologici e fisici.
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