La vulvodinia è una patologia recente, se ne parla e si cura da relativamente poco tempo. Caratterizzata da dolore vulvare, a volte diffuso, più spesso localizzato solo al vestibolo, cioè alla parte dell’ingresso vaginale, determina un netto peggioramento della qualità di vita della donna interferendo con la sua sfera sessuale e con il suo benessere generale. Colpisce circa tra il 7 ed il 15% delle donne e per poter essere risolta richiede un approccio multidisciplinare con il coinvolgimento di figure professionali diverse.
Ad oggi non si conoscono le cause della vulvodinia. Gli studi hanno però evidenziato una maggiore incidenza nelle donne con patologie caratterizzate da dolore cronico, come malattie intestinali croniche o fibromialgia: si pensa che la sovrastimolazione delle terminazioni nervose che trasmettono dolore al cervello possa alterare la percezione delle sensazioni e dar luogo alla vulvodinia.
Al tempo stesso, le donne che hanno sofferto di infezioni vaginali recidive e ricorrenti (come la candida) sono più propense a sviluppare in futuro la vulvodinia.
Spesso le pazienti con vulvodinia non arrivano subito a una diagnosi perché non sempre vengono ascoltate e non tutti i medici hanno l’esperienza che permette loro di capire e inquadrare il problema.
Occorre infatti avere particolare attenzione durante la visita che, proprio per la sintomatologia tipica di questa patologia, provoca dolore. Deve poi essere fatta un’attenta valutazione del pavimento pelvico e degli aspetti psicologici che inevitabilmente questa malattia determina.
Lo swab test è l’esame considerato diagnostico: permette di valutare la dolorabilità nella zona vulvare attraverso il toccamento leggero con un tamponcino apposito.
La vulvodinia comprende aspetti molto diversi che, solo se affrontati e risolti simultaneamente, possono portare alla risoluzione della patologia.
Soprattutto è fondamentale lavorare in équipe accogliendo la paziente e facendola sentire presa in carico a 360°.
Per questo Studio Rapha ha creato l’équipe vulvodinia, composta da personale con notevole esperienza in questo settore.
L’équipe vulvodinia offre la possibilità di trattare la patologia a 360°.
Oltre a un ginecologo esperto in vulvodinia, è fondamentale anche il ruolo dell’urologo e del proctologo perché spesso si manifestano anche sintomi urinari e intestinali.
Il fisioterapista e l’ostetrica possono trattare e risolvere l’ipertono del pavimento pelvico sia tramite il lavoro manuale che l’utilizzo di supporti come Tens e Biofeedback. Anche l’osteopata gioca un ruolo importante perché interviene sulla parte più prettamente muscolo-scheletrica della patologia.
Infine, lo psicologo e il sessuologo possono occuparsi degli aspetti più intimi della paziente, supportandola verso un percorso di acquisizione di consapevolezza, accettazione della patologia e farle superare ansia e depressione, che spesso accompagnano le pazienti.
Essendo la patologia relativamente nuova, non esiste un protocollo universale per il trattamento, però terapie diverse ci forniscono una buona percentuale di successo. La cosa più importante è la personalizzazione della terapia, sia in termini di efficacia, che di eventuali effetti collaterali.
Il trattamento medico può anche avvalersi di farmaci (utilizzati per via sistemica o topica) che agiscono sul sistema nervoso e sulla ipersensibilità delle fibre nervose vulvari.
Si possono poi utilizzare ormoni, antinfiammatori e ovviamente antidolorifici. Nel computo delle terapie più nuove va citato anche il cannabidiolo, che può essere applicato localmente o elettroporato.
Tra le diverse terapie, la Rieducazione del Pavimento Pelvico e, in particolare, la TENS danno ottimi risultati. Si tratta di una stimolazione della muscolatura vaginale che serve a ridurre il tono muscolare e ripristinare il microcircolo locale: una piccola sonda viene inserita all’interno della vagina e collegata a un’apparecchiatura in grado di inviare impulsi elettrici con frequenze diverse.
Alla TENS si associano il Biofeedback e la chinesiterapia, essenziali per permettere alle pazienti di conoscere la propria muscolatura pelvi-perineale e di apprendere le corrette tecniche di rilassamento. Per chinesiterapia si intende una serie di esercizi volontari di contrazione e rilassamento perineale e vaginale che, come il trattamento miofasciale, sono efficaci per migliorare la sintomatologia dolorosa.
Gli esercizi di Biofeedback permettono di impostare un corretto schema motorio perineale e coordinare il ritmo diaframma-perineo, migliorando la percezione dei muscoli pelvici.
L’osteopatia, associata alla terapia ginecologica e al trattamento ostetrico mira a normalizzare le disfunzioni messe in atto dall’organismo per non sentire dolore, riassestando quei distretti corporei anche lontani che possono ostacolare il rilascio del pavimento pelvico.
Rispondere alla domanda cos’è la vulvodinia non è affatto semplice. La vulvodinia è una patologia che si presenta con ipersensibilità dolorosa nella zona vulvare che può essere diffusa a tutta la vulva o circoscritta alla zona vestibolare, cioè l’ingresso vaginale; in questo caso si parla più propriamente di sindrome vulvo-vestibolare o vestibolodinia.
Il dolore scatenato dalla vulvodinia può presentarsi durante i rapporti sessuali penetrativi e non, ma anche senza alcuna stimolazione, semplicemente dal contatto con la biancheria intima e l’acqua, le sedute o il semplice accavallamento delle gambe.
In genere, la vulvodinia presenta anche sintomi correlati ad altre patologie, con l’ipertono del pavimento pelvico o una sofferenza delle terminazioni nervose, per questo motivo è bene rivolgersi a centri specializzati in vulvodinia che possano trattare la patologia sotto diversi punti di vista.
Ad oggi non si conoscono le cause della vulvodinia. Gli studi hanno però evidenziato una maggiore incidenza nelle donne con patologie caratterizzate da dolore cronico, come malattie intestinali croniche o fibromialgia: si pensa che la sovrastimolazione delle terminazioni nervose che trasmettono dolore al cervello possa alterare la percezione delle sensazioni e dar luogo alla vulvodinia.
Al tempo stesso, le donne che hanno sofferto di infezioni vaginali recidive e ricorrenti (come la candida) sono più propense a sviluppare in futuro la vulvodinia.
I sintomi della vulvodinia possono variare da donna a donna, in generale le pazienti lamentano bruciore, irritazione, dolore, sensazione di gonfiore o arrossamento. La sofferenza può essere continua, intermittente, diffusa o localizzata in un punto specifico.
L’approccio multidisciplinare per la vulvodinia si dimostra sempre più efficace anche per riconoscere in modo tempestivo i sintomi, come l’ipertono del pavimento pelvico, cistiti recidivanti soprattutto post-coitali e stitichezza intensa. Anche dal punto di vista psicologico le donne affette da vulvodinia presentano problematiche dovute al dolore, fastidio e addirittura impossibilità ad avere rapporti sessuali.
Studio medico polispecialistico che offre visite, esami e consulenze specialistiche con focus sulla salute e benessere della coppia e dei pazienti.
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