Tra le patologie del retto, quelle più comuni sono la sindrome da defecazione ostruita e il rettocele.
La sindrome da defecazione ostruita è una condizione caratterizzata dall’impossibilità di defecare in modo
naturale, dalla sensazione di evacuazione incompleta e sforzo prolungato.
Tali sintomi, associati o meno ad una ridotta frequenza defecatoria, devono essere presenti, variamente combinati tra loro, in almeno il 25% degli atti defecatori per 3 mesi consecutivi per poter essere considerati indicativi di malattia.
Questi sintomi però non sono specifici perchè possono essere comuni anche a condizioni come stipsi cronica, sindrome dell’intestino irritabile e in un ampio ventaglio di malattie anorettali, sia funzionali che organiche.
Tra le cause c’è la dissinergia del pavimento pelvico che facilita con contrazioni e rilasciamenti l’attività espulsiva del retto e il transito anale, ma anche le patologie, benigne e maligne, che si realizzano nel canale anale e nel retto, che possono ostacolare il transito delle feci, interferendo meccanicamente con il loro passaggio (patologia neoplastica del retto e dell’ano, ragadi anali, prolasso emorroidario, stenosi anale, invaginazione rettale, la sindrome del perineo discendente, il prolasso mucoso del retto, la sindrome dell’ulcera solitaria del retto).
Il rettocele, invece, è lo scivolamento totale o parziale della parete dell’intestino retto dalla sua sede anatomica.
Un patologia in cui una piccola cavità neo- formata, accoglie una certa quantità di feci che non viene espulsa, rimanendo nel retto e provocando sensazione di incompleto svuotamento con senso di peso vaginale, sforzo eccessivo durante la defecazione nel tentativo di espellerle, necessità di manovre manuali endovaginali per rimuovere il contenuto del rettocele.